cìgolan pruni e foglie
e geme l'erba smossa e par ghironda
spaziante fino alle montane soglie;
e sembra ancor più càndida la luna,
ogni nùvola è lesta,
spicca ora solitario ed or s'aduna
il cantar di civette che fan festa;
il dondolio de' rami sibilanti
di quercia o di betulla
ha umani accenti, come cori urlanti,
poi lentamente ogni rumor s'annulla;
crèpita lieve nel bosco e alla valle,
nell'aria cupa ancora;
la notte sta per vòlgere le spalle,
ognuno è in pace: arriverà l'Aurora.
Daniele Ambrosini.
Metro: ode composta di quattro strofe, da quattro versi ciascuna; il primo, terzo e quarto verso d'ogni strofa sono di ùndici sìllabe(endecàsillabi), mentre il secondo è sempre un settenario.
Libro "La fronda esperia" di Daniele Ambrosini, pubblicato da Aletti Editore, Villalba di Guidonia, Roma, 2012.
3 commenti:
Ciao daniele
provo per l'ennesima volta.
Ripeto come negli altri commenti che non sono pervenuti.
Che tu scrivi in una maniera molto efficace.
Usi parole che mentre le leggi vedi ciò che viene descritto.
Complimenti Lucia.
Davvero impressionante la plasticità che hai raggiunto nel verso...per il resto rimando lettori e tu stesso al mio commento di qualche tempo fa sulla pagina d'apertura del blog.
E complimenti per tutta la riuscita delle serete teatrali...non era poi così scontato: diciamolo!
Con amicizia
Filippo Frittelli
L'apprezzamento di Lucia coglie bene alcuni aspetti della mia poètica; sappiamo che la creazione artìstica non è soltanto ispirazione improvvisa e soggiogante, ma anche lavoro di ricerca formale e di linguaggio; io cerco sempre immagini e parole che siano l'esatta trasformazione ed espressione dei concetti e delle storie voluti; mi rendo conto che è diffìcile parlare di esattezza scientìfica per la poesia, però, per me, la ricerca di verità deve avvenire nei contenuti, nella forma e nel linguaggio.
Daniele Ambrosini.
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