martedì 17 marzo 2009

A mia madre

La poesia è ispirata dall'incidente al polso che capitò a mia madre, facendo la spesa in un negozio alimentare nell'inverno del 1989; è costruita intorno alla betulla, àlbero dalle mille risorse , per pòpoli e animali delle zone boreali; le virtù del prezioso àlbero sono comparate a quelle donate dalla mamma.


Tu sei come una nòrdica betulla
che règge al vento e al cùmulo nevoso,
che nelle terre dove il dì s'annulla
a ogni animale dà vita e riposo;
talvolta anch'io la vita ho nella neve
e al tronco porto il mio cammino breve;

i suoi legni non danno lusso e sfarzo
però casette e mòrbidi calzari,
e questo vale come vivo quarzo
e dona quiete al fuoco degli alari;
con begli atti anche tu, rendi preziose
le utilità delle pìccole cose;

lei sa per prima il tempo delle lòdole,
solo in dolce aria dischiude i germogli
quando ogni fior più s'apre e nel cielo òdo
le amàbili arie e gli andanti e i gorgogli;
tu l'ora giusta conosci pei doni
e per tempo, qual gèmme tu li esponi;

lei si riveste di splèndido argento
che a cince e picchi è ambito richiamo,
madre hai subito il capriccio del vento
e ti si è franto un più débole ramo;
non di dolore però sento il grido
solo il timor che non sia ùtile il nido;

ha più salute di querce ed ontani
muta le foglie nei medicamenti,
com'élla tu t'innalzi ogni domani
quasi a sfidare i contrari elementi;
vorrei scorresse dentro la mia scorza
la linfa che benigna è la tua forza.

Daniele Ambrosini.
"
Dal libro di Daniele Ambrosini "La fronda esperia", Aletti Editore, Villalba di Guidonia, Roma, 2012.

Metro: ode lìrica di cinque strofe, composta per ognuna di esse da sei versi endecasìllabi con la rima ababcc, che ad ogni strofa rinnova la terminazione; nella terza strofa il primo e il terzo verso rìmàno per assonanza.

Daniele Ambrosini.

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