I silenzi d'estate son profondi
quando alla terra sàlgono i vapori,
e non ho voci che mi danno onori
mentre di chiuse làcrime m'inondi;
per te, che glorie celesti diffondi,
i tuoi sguardi parlan come sonori
specchi dove la nebbia dei timori
al mio apparire fitta mi profondi;
angelo e donna sei e doni salute
all'ànima ben più che una preghiera
quando tua voce ondeggia mèsta o viva;
le ali ferma però e alle sapute
vie del bene rinuncia una sera
ed ascolta il mio canto, o fuggitiva.
Metro: sonetto lìrico.
Daniele Ambrosini.
Sonetto da "Fonte del Sole"- Sonetti e altre Lìriche- Il Fauno editore-Firenze-Maggio 1989.
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